Olimpia Frangipane 1761-1830

Nata a Mirabello Sannitico, nel Contado del Molise a pochi km da Campobasso, in uno dei periodi più caldi della nostra storia nazionale, fu una figura femminile nota per la sua bellezza e la sua cultura. Olimpia, figlia di Francesco Frangipane, duca di Mirabello Sannitico, andò in sposa a 20 anni al barone di Castelbottaccio, più grande di ben 26 anni.
Ben presto la giovane baronessa riuscì a cogliere, nei salotti di Napoli, dove svernava ogni anno, lo spirito dei tempi nuovi e di nuove idee. Ritornando in estate in Molise la baronessa portava le novità politiche e culturali, alimentando quel fervore intellettuale che andava nascendo anche nella periferia del Regno. Trasformò un padiglione di caccia della residenza molisana in un circolo, promuovendo incontri e dibattiti tra uomini d’azione e intellettuali della regione. Molti attraversavano il fiume a dorso di mulo pur di non perdere le stimolanti riunioni della Baronessa.
Mente politica ed intuitiva, passata alla storia come una sorta di Madame De Stael molisana, Olimpia Frangipane Ricciardi ebbe quindi il merito di riunire a Palazzo Cardone di Castelbottaccio un cenacolo culturale neoilluminista, frequentato da ferventi sostenitori delle idee repubblicane di fine Settecento. Per questo motivo attirò su di sé ammirazione, ma anche tante maldicenze causate dall’assidua frequentazione di persone ammaliate dalla bellezza della Baronessa rivoluzionaria. Tra i più noti frequentatori ci fu Vincenzo Cuoco, grande ammiratore ed amico della baronessa, tanto da inserirla come personaggio femminile dell’antichità nel suo libro “Platone in Italia”. Così dice di lei Cuoco: “… Conosceva il disegno, il ballo, la poesia, e soprattutto le altre belle arti, amava e coltivava la musica, e le sue osservazioni erano figlie delle arti sue. Con questa donna, dunque, io ragionai quasi un mese sul piacere e sul bello…”

Finì tra le vittime della damnatio memoriae perpetrata dai Borbone; dopo la sua morte calò sul suo ricordo un gelido silenzio e in Molise come a Napoli non è rimasta traccia nemmeno di un suo ritratto sbiadito. Donna energica, attenta e capace di gestire il suo patrimonio, spirito libero, fu una donna leale e generosa a cui non furono risparmiati lutti e dolori. Passò gli ultimi giorni in solitudine e senza agi, morì a Napoli all’età di 69 anni.